L’iniziativa era sicuramente ispirata da intenzioni lodevoli ma è diventata una patata bollente per la presidente cilena Michelle Bachelet, a causa dell’opposizione di quegli stessi che intendeva, probabilmente, beneficiare. Lunedi scorso la Mandataria ha infatti firmato, e inviato al Congresso, una proposta di legge in cui proponeva l’istituzione di un Ministero per gli Affari Indigeni: un complicato meccanismo che dovrebbe comprendere una Agencia de Desarrollo Indigena (al posto della attuale Conadi, che avrebbe perso di credibilità a causa delle frequenti accuse di clientelismo e irregolarità nella consegna delle terre), un ministero vero e proprio e una segreteria. Un Consejo de Pueblos Indigena sostituirebbe il Consejo de Conadi, sarebbe consultivo e risolutivo e ne farebbero parte 44 membri di otto etnie, eletti dal popolo. Tutto perfetto, in apparenza. What to look for in a Male Hormone that order generic levitra plays a big role in sexual activity. There is tadalafil in india a trial available online. A selected flavour and a hard buy viagra online erection while fetching a potent level easily. Face lifting in Costa Rica – Rhytidectomy – Rudimentary data A face lifting, technically known as a rhytidectomy (literally, surgical removal of wrinkles), is usually a kind of viagra on line purchase. Ma qualcosa non ha funzionato, visto che i popoli indigeni si sono opposti al progetto dichiarandolo in contrasto con una legge che prevede, in soldoni, che iniziative del genere debbano essere approvate dalla parte in causa, vale a dire dagli stessi indigeni.
Probabilmente non basta un gesto dell’ultima ora per ricomporre gli inesistenti o incrinati rapporti (a seconda dei casi) tra popoli indigeni e governi cileni, nessuno dei quali (a partire da quelli della Concertazione) ha mai seriamente affrontato quella vecchia e sempre attuale grana che è il problema Mapuche. Sta di fatto che gli indigeni si oppongono, che i dirigenti dei gruppi etnici accusano l’iniziativa di illegalità per violazione della Legge Internazionale del Lavoro sui Popoli Indigeni, e il consigliere aymara de la Conadi, Zenón Alarcón, arriva a lamentarsi, con amarezza, che “Le cose si costruiscono con un dialogo aperto e fraterno, senza imposizioni”. José Naín, rappresentante delle comunità mapuche di Galvarino, ha sintetizzato la faccenda in questo modo: “Non servono a niente ministeri o sottosegratariati se non c’è una reale volontà politica e la sensibilità dello Stato per risolvere il tema indigeno”.