Si chiama José Angel Cuevas, detto Pepe. Lo considerano il maggiore poeta cileno vivente, qualità non da poco in un Paese di poeti, e in cui la poesia si legge. Il suo ultimo libro, Album del ex Chile, parla del suo passato tra il ’70 e il ’73. Si considera un ex poeta che vive in un ex Cile. Le sue poesie parlano di fantasmi, di luoghi che hanno smesso di esistere, di ricordi. Spiega che lo hanno lasciato non tanto senza futuro, bensi senza passato. Si aspetta che in Cile, come è successo in Argentina, “scoppi un casino”. Una rivoluzione? “No, non ci sono le condizioni, mi accontento di una sollevazione”. Per lui, Allende fu più un poeta che uno statista, ma un poeta che diede la vita per una missione popolare
il tempo e’ danaro (e proprio per questo lo butto via)
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