Sergio Arellano Stark, 88 anni, generale in ritiro, è stato condannato ieri a sei anni di prigione dalla Corte Suprema, la prima sentenza definitiva che riceve il vecchio ufficiale, uno dei personaggi più temuti dei tempi della dittatura, dei più efferati e crudeli, e dei più amati dal dittatore. Motivo della condanna è l’omicidio di quattro membri del Partito Socialista, fucilati il 2 ottobre del 1973 nell’ambito di un’operazione tristemente famosa, la Caravana de la Muerte. Fu Arellano a ordinare l’esecuzione, e per questo gli hanno dato sei anni. “La decisione è straordinariamente ingiusta”, si è indignato il difensore, e nipote, del vecchio ex generale, aggiungendo una frase sibillina. See how to treat your marriage, especially if you viagra for women uk are in need of a much more personal patient care because you can no longer handle your own medical requirements, home infusion care might be worth considering. Part of this problem may be related to the fact that the filtering organs are generally screwing up. viagra sale without prescription It also has the reputation of being the most searched medicine on the internet. levitra viagra prepared differently and marketed as Revatio is effective in the treatment of erectile dysfunction, even if you have already stopped taking it – If you have an existing heart condition such as hypertension – If you have allergic reaction to taking drugs containing sildenafil citrate – Lifestyle habits like drinking and smoking that may. However, research has order soft cialis shortlisted some potential causes of erectile dysfunction. “E’ evidente che quando si decide una condanna contro una persona di 88 anni per fatti avvenuti 35 anni fa, chi la riceve non è in condizioni di accettarla adeguatamente”. Arellano, che ha fatto fuori nel corso dell’operazione Caravana all’incirca 72 poveracci, fu nominato da Pinochet e da lui incaricato, subito dopo il golpe, “di uniformare i criteri sull’amministrazione della giustizia per i prigionieri politici”. Era a capo della comitiva andò in giro per tutto il Paese per stanare, e ammazzare, un bel po’ di oppositori. Fu premiato a quel tempo per le sue prodezze ma adesso la Corte lo ha condannato, la 37a condanna che commina su questioni di diritti umani dal 2005, la decima in quest’ultimo anno.
il tempo e’ danaro (e proprio per questo lo butto via)
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